Il 5G non è un pericolo ma un’opportunità. Potrebbe essere questo il pensiero unificato dell’Unione nazionale di comuni comunità ed enti montani, la quale ha deciso di porre un freno alle numerose fake news che sono circolate in questi mesi riguardo alle moratorie per fermare la nuova rete.
Il presidente Marco Bussone rivolge l’appello alla stampa ma soprattutto ai sindaci dei 120 Comuni coinvolti nell’attuazione del Piano nazionale 5G: amministrazioni negli ultimi mesi preda di “moltissime notizie false, sui possibili effetti dei nuovi ripetitori”. Per questo Uncem si affida alle autorità quando Bussone afferma:“l’Istituto Superiore di Sanità blocca ogni bufala e tutte le fake news su 5G, radiofrequenze, WiFi, uso dei cellulari e relativi problemi per la salute”.
E ancora l’Uncem:“non accetta strumentalizzazioni da parte di chi non rappresenta Istituti scientifici autorevoli e riconosciuti dallo Stato e cerca solo visibilità. Con le imprese e le Istituzioni, Regione e Mise in particolare, con associazioni come Anfov e Asstel Confindustria, proseguiamo un attento lavoro attorno a 5G, reti WiFi e in fibra ottica grazie al Piano Bul, nuovi servizi per attuare anche nelle aree interne e montane l’Agenda digitale”.
Al di là delle preoccupazioni sulla salute, Bussone è conscio del fatto che lo sviluppo del 5G coprirà con uno specifico intervento i piccoli comuni e quelli montani, riducendo di fatto il digital divide.
Bussone si rifà al rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità dal titolo “Esposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”. E se l’ISS è sicura che si possa procedere, l’Uncem lavora “per ridurre il divario digitale e tutti i gap strutturali che impediscono sviluppo, investimenti, adeguatezza dell’offerta economica, generando spopolamento e desertificazione sui territori in particolare alpini e appenninici”.
Nel rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità si legge che “in base alle evidenze epidemiologiche attuali, l’uso del cellulare non risulta associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenze durante le chiamate vocali”. E per quanto riguarda le future reti 5G, al momento non è possibile prevedere i livelli ambientali di radiofrequenze associati allo sviluppo dell’Internet delle Cose. “Le emittenti aumenteranno, ma avranno potenze medie inferiori a quelle degli impianti attuali e la rapida variazione temporale dei segnali dovuta all’irradiazione indirizzabile verso l’utente comporterà un’ulteriore riduzione dei livelli medi di campo nelle aree circostanti”.