Chernobyl non vive. Ciò che rappresenta il più lampante monito alla mano distruttiva dell’uomo rimane lì. Inerte, triste e desolato. Uno scenario di diversi chilometri che fino a poco tempo fa poteva solo essere immaginato in qualche Film horror oggi diventa realtà con le immagini ufficiali realizzati dai droni. Non ci sono buone notizie per un’area che ad anni di distanza resta fuori dalla portata di ogni essere vivente. Shock ed inquietudine popolano una zona pervasa dalle radiazioni eccessive. La città è abbandonata, così come la speranza di un ritorno alla normalità. Ecco la situazione alla soglia del 2020.
Chernobyl: la città fantasma messa in ginocchio dal disastro nucleare più potente della storia
Una progettazione inadeguata del sistema di scarico del Reattore 4 ha avuto come risultato morte e distruzione. Dal 1986 nessuno si azzarda ad entrare a Chernobyl. Piante ed animali non convivono in quella che è stata inquadrata come una zona ad alto rischio. Gli esperti ricercatori dell’Università di Bristol hanno gettato un occhio sulla sfortunata cittadina ucraina.
Un team di droni equipaggiati con fotocamere ad alta definizione è riuscito ad ottenere l’autorizzazione ai controlli che hanno lasciato il posto a immagini raccapriccianti. Si scopre che la vicina zona montana ha assunto una strana colorazione, tanto da essere stata definita come la Foresta Rossa. Un tempo ricca di vegetazione e prospera di vita è oggi una landa desolata priva di qualsivoglia genere di vita. Il gas tossico sprigionato dall’impianto di scarico del reattore ha infestato l’area emanando una quantità di radiazioni tale da non consentire l’insediamento umano. Non c’è ancora una soluzione per una città che potrebbe restare off limit a tempo indefinito.