Di recente il Fisco Italiano sta attraversando un importante periodo di cambiamento e, purché tutte le leggi vengano rispettate, i ritmi di lavoro sono diventati praticamente incessanti.
Negli ultimi mesi, infatti, uno dei principali strumenti utilizzato nelle finanze del nostro paese è definitivamente andato in pensione poiché, a quanto pare, risultava essere inadeguato per lo svolgimento delle attività atte a contrastare l’evasione fiscale. Lo strumento incriminato è il Risparmiometro, basato su un potente algoritmo che calcolava le incongruenze tra le entrate e le uscite dei conti correnti effettuate negli ultimi anni.
In seguito all’approvazione del Decreto Dignità, quindi, da Dicembre 2018 il suddetto strumento è stato ufficialmente sospeso ma, a sostituirlo, ci sarà prontamente l’Evasometro, un nuovo strumento già approvato dal Governo Monti ma introdotto solamente ora a causa del tempo impiegato per il suo sviluppo.
A differenza del risparmiometro, l’Evasometro andrà controllare le incongruenze tra i redditi dichiarati e il denaro depositato sui conti correnti. Analogamente, però, nel caso si riscontrasse uno scostamento superiore al 20%, partiranno automaticamente dei controlli più approfonditi.
Purtroppo, però, il passaggio dal vecchio strumento al nuovo, utilizzato per i controlli fiscali, comporterà inevitabilmente un periodo di gap. In questo periodo, quindi, entrambi gli strumenti in possesso del Fisco Italiano saranno praticamente inutilizzabili. Tutto ciò, di fatto, implica l’assenza totale dei controlli sull’evasione fiscale il che significa che evadere il fisco diventa ancora più facile. Nonostante ciò, però, appena l’Evasometro entrerà in funzione tutte le dichiarazioni dei redditi effettuate dal 2014 ad oggi verranno istantaneamente controllate.