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Fisco: novità sui controlli, ecco i criteri utilizzati per le verifiche

L’argomento tasse in Italia è una questione molto delicata e particolare. Su circa 60 milioni di abitanti, solo 40 milioni dichiarano i propri redditi allo stato. Di questi poi ci sono i furbetti che spesso trovano modi per pagare meno tasse. Circa 15 milioni di cittadini tendono infatti a dichiarare importi pari a 0 o comunque molto prossimi. Il Fisco è dovuto quindi correre ai ripari, stabilendo una serie di linee guida per i controlli.

Come spesso si dice prevenire è meglio che curare, motivo per il quale esiste l’Agenzia delle Entrate. L’organo istituito dallo stato ha infatti il compito di effettuare accertamenti e controlli per scovare eventuali evasori fiscali. Nonostante l’uso di potenti computer o algoritmi come il Redditometro, il Fisco non è comunque in grado di controllare tutti e deve seguire una serie di criteri.

Fisco: vediamo come si effettuano i controlli

Il primo criterio utilizzato dal Fisco per operare i controlli sono le liste selettive. Questo elenco contiene le persone considerate maggiormente a rischio evasione. Ciò ovviamente non toglie che tutti possono essere controllati, che si tratti di disoccupati o di lavoratori dipendenti. Gli sforzi dell’Agenzia delle Entrate e delle Fiamme Gialle tendono comunque a concentrarsi maggiormente su questo genere di individui o comunque a trattarli con un’occhio di riguardo particolare.

L’eventuale rischio evasione è gestito anche incrociando i dati delle dichiarazioni dei redditi con le spese sostenute, quindi con il tenore di vita dei contribuenti. Questo compito è stato in passato affidato al Redditometro, ma in linea di massima spetta all’Agenzia delle Entrate. I controlli incrociati permettono infatti di confrontare le fatture, le dichiarazioni ed eventuali bonus dei cittadini, trovando immediatamente le anomalie.

Per questo genere di verifiche il Fisco può utilizzare diversi metodi, quali:

  • Banche dati (Anagrafe tributaria, Anagrafe conti correnti, registri immobiliari, ecc.);
  • Richiesta informazioni al contribuente (prove documentali);
  • Intervento nei luoghi di esercizio dell’attività del contribuente;
  • Richiesta di informazioni a terzi (non il contribuente stesso).

Come più volte spiegato, qualora ci dovesse essere uno scostamento superiore del 20% tra il dichiarato e il tenore di vita entrerebbe in funzione il Redditometro. Questo tiene ovviamente conto anche dell’acquisto di beni di lusso.

L’ultimo tipo di controlli riguarda tutti coloro che presentano anomalie sul conto corrente bancario. Eventuali prelievi o versamenti di ingenti somme di denaro o risparmi non coerenti con il lavoro del contribuente potrebbero insospettire il Fisco che potrebbe essere portato a controllare. Spesso sono anche i metodi di pagamento utilizzati dal cittadino che potrebbero erroneamente portare ad una verifica.

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Pubblicato da
Niccolò Marrocco