La sentenza del Consiglio di Stato del 4 luglio ha respinto l’ultimo appello di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb contro la delibera dell’AGCOM, pertanto gli operatori di telefonia mobile devono garantire i rimborsi agli utenti per il periodo di fatturazione a 28 giorni da giugno 2017 e aprile 2018.
Sebbene sia un loro diritto, però nessuno degli utenti vittima riceverà il rimborso in automatico. Invece dovranno fare una richiesta specifica secondo le modalità comunicate dagli operatori sui siti web ufficiali o nelle ultime fatture. Anche per questo comportamento presto potrebbe arrivare una nuova multa di AGCOM, ma se ne parla a febbraio 2020.
Fatturazione a 28 giorni: come chiedere i rimborsi ai gestori telefonici
Per ottenere i rimborsi per fatturazione a 28 giorni, quindi, cambiano le procedure da operatore a operatore, e partiamo con l’analisi delle varie modalità per il singolo gestore. Cominciando con TIM, i clienti aventi diritto possono contattare il servizio clienti di rete fissa al 187 oppure perorare la stessa richiesta tramite l’area personale del portale MyTIM. Anche i clienti che hanno cessato di fruire della linea fissa dopo il 23 giugno 2017 sono comunque adibiti al rimborso.
Vodafone permette di avere il denaro indietro collegandosi alla pagina dedicata per compilare un modulo specifico. Una volta effettuata la procedura, l’importo sarà restituito nelle tre fatture successive alla corrente. L’unico limite è che il rimborso è riservato esclusivamente alla clientela ancora attiva.
Wind Tre agisce come Vodafone, con l’unica differenza che l’operatore bianco-arancio chiede ancora ai clienti interessati di vagliare soluzioni di compensazione alternative al rimborso tramite storno in fattura. Una modalità d’intendere l’errore della fatturazione a 28 giorni ancora poco allineato all’ammenda. Stesso comportamento di Fastweb che, nell’area personale del sito, offre ben tre possibilità compensative alternative al rimborso sulla prima fattura utile.