La crescita nelle case di tutto il mondo degli smart speaker Amazon e Google sembra destinata a non arrestarsi mai, almeno per quanto riguarda le proiezioni del biennio 2019-2020. I device che ci aiutano in diversi task e ci allietano con con la riproduzione di musica hanno fatto registrare un +44,9% nel terzo trimestre 2019, per un controvalore di 28,6 milioni di unità consegnate.
Secondo le stime, alla fine del 2019 saranno presenti in più di 200 milioni di abitazioni, con Amazon che ha superato per la prima volta la soglia dei 10 milioni di speaker Echo in commercio e detiene oltre un terzo (36,6%) del mercato mondiale. Dietro al colosso di Jeff Bezos ci sono due aziende cinesi come Alibaba con 3,9 milioni di speaker, mentre la società Baidu scalza nientemeno che Google dal terzo posto con una crescita del 290% a quota 3,7 milioni di pezzi in commercio.
Amazon e Google: Smart speaker più diffusi e utenti più spiati
Google paga un calo del 40% a 3,5 milioni di speaker seguito a stretto giro dalla cinese Xiaomi e da una defilata Apple ancora fuori dal numeri che contano. Tuttavia, gli smart speaker sono al centro di grossi problemi di privacy e sicurezza, poiché sono stati accusati di registrare le conversazioni degli utenti senza che questi ne fossero a conoscenza. Amazon in primis ha offerto rassicurazioni sulla riservatezza dei dati raccolti in maniera “casuale” allo scopo di migliorare l’assistente vocale, ma i rischi per la privacy o per il furto di dati sensibili restano eccome.
Il guaio nasce dalle applicazioni installate sugli smart speaker provenienti da sviluppatori esterni, soprattutto per il fatto che le app che spiano gli utenti proliferano negli store. Il pericolo di furto di dati aumenta esponenzialmente con il numero di assistenti vocali nelle case, e si ritiene che il paese più a rischio sono gli Stati Uniti. In Nord America si stima che gli speaker saranno presenti in più della metà delle abitazioni.