Ne parliamo da ormai diverso tempo, ma se vi siete collegati ora e siete curiosi di capire quali sono state le cause degli incidenti, ve le riassumiamo in pochissime parole. Tutto ha ruotato attorno al sistema MCAS, ovvero l’insieme di sensori atti ad impedire lo stallo sia nelle fasi di decollo/atterraggio che nel volo stesso. Nei suddetti casi il sistema avrebbe ricevuto valori errati, attivandosi nel momento sbagliato con la conseguente spinta verso il basso dell’aereo con una potenza di addirittura 10 volte superiore rispetto alla normale discesa.
Boeing è stata accusata pesantemente per due situazioni particolari: la disattivazione della spia che avrebbe segnalato il malfunzionamento e le ultime dichiarazioni di alcuni dipendenti.
Avete capito bene, qualche mese prima l’effettivo disastro, l’azienda avrebbe deciso (non è trapelata la motivazione) di disattivare la spia che avrebbe tempestivamente segnalato al pilota l’effettivamente malfunzionamento dell’MCAS, permettendogli di adottare le contromisure necessarie per evitare il peggio.
In seguito sono emerse conversazioni digitali (tramite WhatsApp) tra dipendenti Boeing risalenti a qualche anno fa, in cui si sosteneva che già allora il sistema MCAS fosse “in alcune occasioni addirittura fuori controllo”. Una sfortunata coincidenza che ha indubbiamente portato gli investitori a diffidare dell’azienda, con la conseguente caduta in borsa fino ai livelli più bassi di sempre.