Più di 100.000 turisti quest’anno hanno visitato la zona di esclusione della centrale nucleare ucraina di Chernobyl, il sito della più grande catastrofe nucleare della storia, segnando un “nuovo record”.
Dall’inizio dell’anno è stato registrato come dato la bellezza di 107.000 visitatori nella zona di esclusione, circa 30 chilometri intorno all’impianto dell’incidente nel 1986. Concetto espresso dall’Agenzia statale ucraina per la gestione delle zone di esclusione sulla sua pagina di Facebook.
Tra gennaio e febbraio meno di 3.000 persone erano venute a visitare il sito del più grande incidente nucleare della storia, ma da marzo il numero di turisti ha cominciato ad aumentare, una tendenza che è salita vertiginosamente solo dopo la premiere della serie HBO “Chernobyl”
Altri motivi che attirano i visitatori, per le autorità ucraine, sono l’eliminazione degli ostacoli dello spostamento verso l’area e il miglioramento delle infrastrutture. L’Agenzia di Stato per la gestione delle zone di esclusione ha confermato così ben 21 rotte per i turisti della zona di esclusione: 13 rotte terrestri, cinque vie d’acqua e tre rotte aeree.
In sostanza, il flusso di turisti verso la zona è aumentato decisamente negli ultimi anni e, come affermato in aprile dal Ministero dell’Ecologia e delle Risorse Naturali dell’Ucraina, dal 2015 le visite si sono moltiplicate senza limiti.
C’è anche l’altro versante della medaglia. La polizia ucraina ha denunciato attraverso un comunicato sull’arresto di sei uomini entrati illegalmente (nella zona di esclusione di Chernobyl) a scopo di turismo, definito dopo indagini, di stampo pericoloso per la salute della popolazione.
I trasgressori hanno tra i 20 e i 46 anni e tutti sono residenti a Kiev, ha affermato la polizia. Secondo le valutazioni ufficiali, dopo gli ultimi studi con macchinari super avanzati, l’esplosione avvenuta la mattina del 26 aprile 1986 ha rilasciato fino a 200 tonnellate di materiale con una radioattività di 50 milioni di curie, comparabili a 500 bombe atomiche come quella lanciata nella città di Hiroshima.
Le radiazioni continuano a colpire migliaia di abitanti di Bielorussia, Ucraina e Russia, dove si trova il 70% dei quasi 200.000 chilometri quadrati di terreno contaminato, in cui sono ancora diffusi casi di malattie gravissime e modificazioni genetiche.