Il malware Exodus è stato creato per spiare chiunque lo abbia installato sul proprio smartphone. La STM, nata nel 2016 con lo scopo di fornire sistemi di intercettazione alle forze dell’ordine e specializzata nel fornire Exodus, ha in realtà creato un trojan che ha rubato centinaia di Gigabyte di documenti spiati verso un server negli Stati Uniti, beffando le procure che avevano chiesto le intercettazioni.
L’azienda calabrese E-Surv è riuscita a inserirlo di nascosto in alcune app e ha infettato almeno 393 telefonini. Durante l’inchiesta, gli inquirenti che indagano sulla vicenda avrebbero appurato che tra i file importanti spariti c’erano anche documenti dei processi di mafia.
Exodus: la procura indaga in Calabria sulle origini del virus
Considerato come primo imputato nella vicenda delle intercettazioni, l’ex poliziotto Vito Tignanelli è indagato dalla Procura di Napoli per intercettazioni illegali. Ma la sua esperienza criminale con il placet di alcuni pezzi dello Stato in Calabria ha portato alla luce che procure e servizi segreti non operano con giudizio nell’affidamento della gestione tecnica delle intercettazioni.
Ottenere contratti con le autorità è un business molto vantaggioso per queste aziende private, ma la materia che trattano è per valide ragioni da sottoporre al vaglio di una più attenta ricerca di anomalie. Se fosse accaduto con Vito Tignanelli, si sarebbe scoperto che la società STM era incompatibile a fare da fornitore, soprattutto per le operazioni oscure effettuate in Slovacchia prima del 2016.
Se fosse accaduto, procure e servizi segreti che avevano acquistato il software-spia si sarebbero resi conto dell’errore insito nella STM.