Due terribili incidenti, a distanza di tempo fin troppo ravvicinata, hanno scatenato una bufera contro la società produttrice dei due aerei Boeing 737 Max, che nell’ottobre 2018 e poi nel marzo 2019 hanno fatto perdere la vita complessivamente a quasi 350 persone.
Il primo dei due incidenti si è verificato in Indonesia, quando l’aereo si era appena sollevato da terra: dopo qualche minuto è precipitato nei pressi di Giacarta. In quella circostanza furono 189, tra cui 181 civili e 8 del personale, a restare vittime di questa tragedia. Dopo oltre un anno, finalmente, si potrà avere una risposta sul motivo per cui l’aereo di linea abbia dato vita ad una simile catastrofe.
Boeing 737 Max: la risposta ai malfunzionamenti che hanno portato alla tragedia in Indonesia
Dopo i due incidenti, la società assicurò di aver compreso “dove fosse il problema” e di star aggiornando i software dei modelli aerei finiti nel mirino a causa di queste circostanze.
Ora il rapporto dell’Autorità della sicurezza aerea dell’Indonesia lascia poco spazio ai dubbi, individuando difetti nel sistema di controllo di volo dell’aereo.
In particolare, si legge nel rapporto stilato, l’Autorità ha sottolineato come la responsabilità vada parzialmente attribuita ad un meccanismo automatico di gestione del volo (il Manoeuvring Characteristics Augmentation System, ossia Mcas), corresponsabile del disastro aereo del volo Lion Air.
In aggiunta, le indagini effettuate hanno sottolineato una (grave) “assenza di istruzioni” sul sistema per i piloti del 737 Max. Questo ha comportato notevoli problematiche nella gestione del malfunzionamento, oltre che nella gestione della comunicazione con gli stessi membri dell’equipaggio.