Più di 30 anni fa l’Ucraina e parte dell’Europa è stata colpita dal terribile disastro che ha visto protagonista la centrale nucleare di Chernobyl. Per chi non se lo ricordasse, il 26 Aprile del 1986, a causa di un errore umano, il reattore 4 è esploso, rilasciando radiazioni e scoppiando in una gigantesca esplosione. Da allora il mondo intero vive con la paura dell’energia nucleare, e l’incidente avvenuto a Fukushima dopo poco tempo, ha incrementato tale timore.
La cittadina ucraina però da allora è diventata una desolata e triste landa fantasma, con una quantità esagerata di radiazioni presenti nell’area. Andando nello specifico, ciò che accadde fu una reazione sbagliata fra due elementi chimici. Si è avuta però a causa del mancato rispetto delle regole da parte degli addetti alla sicurezza. Gli esperti hanno lottato per anni per mettere in sicurezza l’area e si può dire che ci siano riusciti.
Chernobyl: i droni rivelano una quantità di radiazioni impressionante
Intorno a Chernobyl girano miti e leggende, ma la verità è che l’intera zona e l’area limitrofa è “off-limits” per l’uomo, gli animali, ma anche per la natura. La cittadina ucraina che tutti temono, dopo oltre 33 anni, versa ancora in condizioni gravissime.
L’università di Bristol, in collaborazione con le autorità del luogo, ha sondato la città e la parte limitrofa con l’ausilio di droni dotati di termocamere speciali. Tali attrezzi in grado di analizzare la quantità di radiazioni presenti nell’aria, hanno evidenziato come la presenza di materiale radioattivo sia più elevata in prossimità della Foresta Rossa.