Uno studio congiunto condotto dai researcher della Ruhr-Universität Bochume e della New York University di Abu Dhabi ha dimostrato l’esistenza di un bug 4G. Questo compromette la rete mobile per qualsiasi operatore ponendo in essere problematiche di vario genere. In ogni caso l’argomento centrale è lo spionaggio
ad opera di hacker che si sono reinventati esperti con un nuovo metodo.Grazie ad una backdoor dei sistemi degli operatori sono in grado di insediarsi tra noi e la cella dell’operatore. Creano un hotspot fittizio che ripete il segnale dell’antenna Vodafone, TIM, Wind Tre o Iliad e lo dirotta ai nostri telefoni. Un software, accuratamente impostato, registra tutti i dati personali comprese chiamate (con relative registrazioni), messaggi, chat di WhatsApp e Facebook, dati bancari e molto altro ancora. Si è dimostrata anche la possibilità di generare falsi dati GPS.
Al momento non esiste una soluzione in quanto il rischio è stato individuato alla fonte. Gli operatori dovrebbero resettare il firewall che comanda gli accessi ma dopo diversi anni non c’è un rimedio. Chi usa una rete mobile è ora costretto ad attendere il 5G con tutte le conseguenze del caso.