I meteorologi propongono l’imposizione di limiti rigorosi alle frequenze utilizzate dalla tecnologia 5G, poiché alcune bande radio non devono subire interferenze perché considerate fondamentali nello svolgimento di previsioni meteorologiche.
I colleghi americani sono preoccupati dalla vicinanza delle frequenze del 5G a quelle sfruttate dai satelliti per le osservazioni meteo, poiché l’interferenza inficia potenzialmente l’accuratezza.
Se fosse deciso un nuovo standard di riferimento, la querelle tra la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA)e la Federal Communications Commission (FCC) sul piano delle reti wireless statunitensi di quinta generazione.
Sul piano pratico, lo scontro tra le frequenze del meteo e del 5G si dipana sulla banda da 23,8 GHz, dove corrisponde il debole segnale inviato dal vapore acqueo nell’atmosfera che viene raccolto dai vari satelliti per calcolare l’umidità. A questa frequenza corrisponde anche lo spettro del 5G e in particolari condizioni il segnale del vapore acqueo viene confuso in maniera indistinguibile.
Secondo delle ricerche commissionate dalla Nasa e dal NOAA, determinate frequenze utilizzate dal 5G potrebbero causare problemi anche nella rilevazione precisa di uragani e altre tempeste che sono molto frequenti in USA, e sappiamo tutti quanto sono devastanti quando toccano terra.
Lo stesso Jim Bridenstine, amministratore della NASA, aveva già anticipato il problema in aprile, evidenziando che senza delle previsioni accurate e tempestive su questi fenomeni distruttivi non è possibile evacuare la popolazione prime di subire le conseguenze.
Un paradosso generato da una tecnologia che piuttosto dovrebbe facilitare una trasmissione dati più potente ed accurata.