Spesso ci si dimentica che all’interno dei nostri beneamati smartphone c’è un elemento potenzialmente distruttivo, la batteria a ioni di litio. Quando si sente parlare dell’esplosione di uno di questi dispositivi è al 99% causa di tale elemento. Tolto il disastro capitato con i Galaxy Note 7 di Samsung, ogni tanto capita che i prodotti di qualche compagnia prendono fuoco. Sono quasi sempre casi isolati quindi la notizia nasce e muore nel giro di poco. Per sfortuna di Xiaomi, sono successi due episodi simili nel giro di meno di un mese.
Un Redmi Note 7 Pro e un Redmi Note 7s hanno preso apparentemente fuoco e sono esplosi in due casi isolati. Il primo era stato acquistato tre mesi prima da un cinese. Lo sfortunato evento è nato dopo che il possessore si è addormentato lasciando il dispositivo, impegnato a riprodurre un video, sul letto. Il secondo caso è successo in India
dove lo smartphone vecchio di un mese ha preso fuoco nonostante non fosse stato inutilizzato da qualche ora.
Xiaomi, in entrambe le occasioni, ha fatto sapere che la causa di tali incidenti non riguardano la qualità degli smartphone, ma che ci sono state delle cause esterne non conosciute. Ovviamente, considerato tutto, è facile ipotizzare che il produttore cinese non abbia niente a che fare con tutto ciò. Sono stati due eventi sfortunati, ma se dovesse capitarne un terzo allora qualche campanello d’allarme potrebbe suonare. In entrambi i casi, i due possessori non hanno subito ferite e quasi nessuno danno alle proprie proprietà, ma poteva andare peggio.