Prima o poi l’uomo vivrà sulla Terra come su altri pianeti, e le stelle saranno raggiungibili in poco tempo viaggiando a velocità sub luce. Ma come accade spesso, pensando all’obiettivo più prossimo della missione su Marte si tende a sottovalutare che il corpo umano non è pronto per i viaggi spaziali.
Non importa se inventeremo razzi e motori che abbrevieranno il tempo medio di permanenza nello spazio di due anni prima di arrivare sul Pianeta Rosso, ci sono molte questioni sulla salute dell’equipaggio che non lasciano ben sperare.E se state pensando alla fantascienza di Star Wars o Star Trek, sì, ci servirebbe un generatore di gravità e degli scudi.
Marte: non siamo pronti per il viaggio poiché si rischia la morte
Se anche sono stati fortunati e non sono morti a causa di qualche incidente, meteorite o raggio cosmico, al ritorno sulla Terra da Marte gli astronauti avrebbero diversi problemi di salute. Prima di tutto il loro peso è diminuito, non riescono praticamente a camminare, non vedono bene e hanno un principio di osteoporosi che li rende dei vecchietti 90 enni.
Sono tutti fenomeni indotti dall’assenza di gravità, laddove un ambiente privo di peso non consente prima di tutto al sangue di circolare nella direzione giusta, ristagnando nelle parti basse del corpo o nella zona oculare. In un ambiente del genere anche il funzionamento cardiaco subisce delle pericolose alterazioni.
In conclusione, i dati raccolti dall’esperienza degli astronauti della ISS sull’adattamento umano lontano dal pianeta Terra sono allo studio da diverso tempo. I recordman del 2016 sono lo statunitense Scott Kelly e il collega russo Mikhail Kornienko, i quali sono stati a bordo della ISS per quasi un anno al fine di valutare gli effetti sulla salute.