La prossima generazione, quella che abiterà a pieno nell’Internet, velocizzerà il trasferimento dei dati, e vivrà anche a pieno la sperimentazione della versione successiva, ovvero il 6G. Ma già da oggi e nei mesi precedenti si sono creati falsi allarmismi che hanno reso scettici gli utenti, sull’utilizzo di quest’ultima.

5G: quando l’informazione malsana crea difetti non reali

Come spesso accade al momento dell’immissione di una nuova tecnologia, insieme all’entusiasmo per il cambiamento innovativo, e per i benefici nella vita quotidiana sorgono anche paure per la sicurezza e potenziali rischi per la nostra salute.

Bisogna partire che sul 5G, ad oggi non esistono prove, e nemmeno indizi determinanti, di effetti nocivi per la salute umana. Tutto ciò è amplificato dalla scarsissima informazione sull’argomento, andando così a generare delle mancanze su studi verso effetti a lungo termine.

Al momento le onde impiegate dal 5G hanno una minore capacità rispetto alle tecnologie precedenti di penetrare attraverso l’aria, la vegetazione e le pareti degli edifici, e perciò richiedono una vicinanza maggiore delle persone verso i loro stessi device.

C’è chi sostiene che le onde elettromagnetiche della rete 5G possano indurre più facilmente modifiche nella nascita di alcuni batteri, rendendoli magari maggiormente resistenti alla cure.

Il primo elemento da tenere presente quando si valuta una conseguenza dovuta all’utilizzo di onde elettromagnetiche è che l’effetto è direttamente proporzionale all’intensità dell’onda, ossia l’energia che viene mossa per unità di tempo e di superficie.

Non ha alcun senso descrivere le frequenze del 5G come pericolose perché la rete di telecomunicazioni costruita maniera idonea per questa rete, andando a denotare un’intensità estremamente bassa.

 

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