Il disastro nucleare di Chernobyl è rientrato prepotentemente nel dibattito pubblico, conquistandosi un nuovo spazio sulle testate internazionali. Eventi allarmanti avvenuti nell’ultimo decennio, come l’esplosione presso la centrale nucleare di Fukushima, e la paura di una nuova tragedia quest’estate, dopo lo scoppio di un missile avvenuto durante una serie di test nucleari, ha spianato la strada all’inevitabile ritorno di memoria su questa vicenda.
Sono ormai trascorsi 33 anni da quel fatidico giorno, in cui l’esplosione del reattore 4 della centrale innescò una mortifera catena di eventi incontrollabili. Dinanzi al carico di morte, distruzione e malattia che quell’incidente determinò, il mondo guardava attonito e sconvolto il lento consumarsi di una tragedia tutta umana.
Ma anche dopo così tanto tempo, complice probabilmente la messa in onda della serie TV omonima targata HBO, la curiosità e la fame di informazioni del pubblico è tornata ad essere insaziabile. Dopo oltre 3 decenni, però, una fonte insospettabile ha scoperchiato il vaso di Pandora, permettendo a tutti di constatare il tentativo reiterato di nascondere i reali effetti dell’incidente.
Il National Security Archive pubblica i documenti su Chernobyl: ne viene fuori un quadro a dir poco raccapricciante
A farla da padrone, nella lettura di questi estratti, è un senso di impotente stupore dinanzi a così gravi iniziative intraprese dall’allora governo URSS, nel tentativo di insabbiare l’accaduto.
Mentre gli ospedali ucraini venivano popolati da civili presentanti evidenti sintomi e segni di malattia da radiazioni, il Politburo pensava bene di innalzare il livello di legge di tolleranza per le radiazioni, pur di non mostrare di quanto si fosse ecceduto rispetto alla normalità.
All’epoca questo non fu svelato, poiché l’intento era proprio quello di ridimensionare agli occhi del mondo le proporzioni reali del disastro. Eppure non si è fatto altro che aggravare la situazione, soprattutto per i cittadini.