Il 4G come tutte le tecnologie, soprattutto di connessione, ha anch’essa le sue pecche. Siamo in un mondo dove tutto è veloce ma anche tutto molto vulnerabile, tra sicurezza, privacy e stabilità pensiamo di essere totalmente al sicuro ma abbiamo visto nel tempo che molte possono essere le problematiche.
Non c’è alcun bisogno di creare allarmismi inutili perché è vero che ogni invenzione ha le sue pecche ma dire che è facilissimo per i malware poter spiare tranquillamente i nostri telefoni mediante la rete mobile 4G è un pò troppo.
In questo caso bisogna delineare che il concetto di vulnerabilità, si è venuta a ricalibrare nel termine di aLTE attack, il quale processo è stato messo in moto da importanti ricerche avviate negli Emirati Arabi. In pratica la procedura di attacco ai nostri device è di tipologia ‘’uomo nel mezzo’’. Ma che che cosa significa?
Il nostro smartphone si collegherebbe ad una cella finta, che in realtà porta ad un altro individuo, il tutto permesso da determinate apparecchiature che fanno diventare il malintenzionato un vero proprio ponte tra noi e lo scopo finale.
Tutto ciò però è da ricordare che è stato sperimentato in laboratori e che di certo servono attrezzature molto particolari e tarate sulla frequenza 4G, in modo da deviare la sua connessione ad un altro operatore, un ponte fragilissimo in cui l’hacker può svolgere azioni che riportino la nostra linea nelle sue mani ed effettuare operazioni che comportano danni economici e di sicurezza.