Il 2020 rappresenterà senza dubbio un anno cruciale per le compagnie telefoniche. L’imminente attivazione delle reti 5G rappresenterà il banco di prova su cui potranno verificare la validità dell’investimento fatto, benché non ci siano troppi dubbi sulla rivoluzione che la nuova connessione andrà a determinare in svariati ambiti.
Eppure, nonostante se ne parli molto e ultimamente le società di telefonia risultino al centro del dibattito in fatto di reti e connessioni, c’è da considerare che hanno subito un forte calo in termini di guadagni netti per cliente, tanto da poter parlare di crollo del mercato degli operatori telefonici.
A conferma di ciò, vi è il Rapporto sulla Filiera delle Telecomunicazioni in Italia del 2018. L’indagine ha permesso di scoprire che, in meno di un decennio, gli operatori hanno perso tra il 24% e il 27% dei guadagni rispetto al medesimo periodo di riferimento precedente.
Andando a quantificare la perdita, si parla di cifre come 11 miliardi di euro. Somme esorbitanti, se si va a pensare che le sole Tim e Vodafone, nelle infrastrutture 5G, hanno investito ciascuna 2,4 miliardi di euro.
Sicuramente non vi è soltanto una motivazione alla base di questo crollo, ma se ne potrebbero individuare i leitmotiv principali.
Ad esempio, si potrebbe parlare della crescente sfiducia dei clienti nei confronti delle compagnie di telefonia, che ha portato a diffidare sempre più soprattutto a seguito di scandali come la tariffazione a 28 giorni o l’attivazione di servizi non richiesti.
In seconda battuta, molto ha fatto la concorrenza degli stessi operatori fra loro, nonché l’arrivo in Italia di Iliad, che ha costretto tutti a promettere bundle più corposi a prezzi più contenuti.