Il social network Facebook ha recentemente ammesso di aver raccolto informazioni sulla localizzazione dei propri utenti, anche senza il consenso di quest’ultimi. La motivazione fornita dalla piattaforma è stata “per motivi di sicurezza e per fini pubblicitari”.
Il colosso di Menlo Park si è più volte ritrovato sotto accusa nell’ultimo periodo proprio per problemi riguardanti la localizzazione, ma non ha mai ammesso una notizia del genere. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Facebook spiava gli utenti anche senza il loro permesso
Il gruppo all’interno di una lettera ai Senatori Chris Coons e Josh Hawley: “Anche se non hanno attivato la localizzazione, Facebook può tuttavia determinare in parte la loro posizione grazie alle informazioni fornite attraverso le attività e le connessioni ai nostri diversi servizi“. I due senatori avevano in precedenza chiesto alla società le ragioni della raccolta di questo tipo di informazioni.
La piattaforma ha quindi ammesso la localizzazione degli utenti, anche senza il loro diretto consenso. La definizione della posizione consentirebbe agli utilizzatori di effettuare ricerche in una certa zona e tali informazioni consentirebbero, tra tutte le altre cose, di “migliorare la pubblicità“. Queste le parole della piattaforma una volta “messa alle strette” dopo la precedente dichiarazione.
Ovviamente a tutti gli utenti, e a noi compresi, importa poco delle migliorie effettuate alla pubblicità presente sulla piattaforma se il mezzo con cui si è raggiunta siamo ancora noi, soprattutto senza alcun tipo di consenso esplicito. Per il momento la piattaforma non ha ancora fatto altre dichiarazioni, ma sicuramente nei prossimi giorni moltissimi utenti inizieranno a ribellarsi.