Xiaomi, uno dei nomi più grandi quando si guarda al mercato degli smartphone, è stata accusata dal governo cinese, più precisamente dall’ente preposto di uno dei ministeri. L’accusa riguarda pratiche discutibili di raccolta e di uso dei dati personali dell’utenza. Un’altra compagnia che è stata accusata insieme al produttore cinese è Tencent, la più grande società al mondo per quanto riguarda l’industria videoludica.
Xiaomi e Tencent sono tra le due più grandi compagnie che raccolgono in modo discutibile, e volte anche in modo illegale, questi dati. A dirlo è il Ministero dell’Industria, dell’Informazione e della Tecnologia. C’è da sottolineare che queste pratiche fanno riferimento solo alla Cina. Al momento non è chiaro se sono state usate anche in altri mercati, come il nostro per esempio.
La raccolta di questi dati non viene fatta attraverso i prodotti fisici, ma piuttosto delle applicazioni. Nel caso del produttore di smartphone troviamo Xiaomi Finance. Il ministero ha eseguito una serie di indagini che hanno portato all’identificazione di oltre 8.000 applicazioni che in un modo o dell’altro presentato pratiche poco chiare. Di queste, sono 41 quelle più preoccupanti, ma come detto poc’anzi riguardano solo la Cina.
Risulta interessante questa situazione. Il governo cinese è sempre visto il cattivo in questo senso per via del controllo ferreo della popolazione, per qualcuno un comportamento che supera la linea del dispotismo. Se la Cina vede in alcune applicazioni una violazione della privacy dell’utente c’è quindi da chiedersi fino a che punto quest’ultime si sono spinte. In ogni caso, noi siamo al sicuro.