Sembrava andasse tutto bene, e invece la capsula Starliner realizzata dalla Boeing e diretta alla Stazione Spaziale Internazionale è fuori orbita. Le cause sembrano indicare che il velivolo ha consumato più carburante del previsto mancando di fatto l’appuntamento la ISS e dovendo rientrare anzitempo.
La conferma arriva dal direttore NASA Jim Bridenstine, il quale sostiene che la capsula non potrà approcciare l’equipaggio comandato da Luca Parmitano e scaricare tutto il materiale a bordo. Un duro colpo per Boeing che, reduce dai disastri dell’aereo 737 MAX, ora deve incassare anche questa figuraccia planetaria.
Boeing Starliner: ennesima figuraccia dopo gli incidenti del 737 MAX
Una nota ufficiale della compagnia spiega che:“un orologio di missione a bordo che non era sincronizzato con l’orologio di missione sulla Terra ha fatto sì che Starliner eseguisse in modo improprio le sue manovre, bruciando troppo carburante mentre cercava di fare rotta verso la ISS“.
La prova affidata allo Starliner era di vitale importanza anche per le future missioni nello spazio con equipaggio, poiché a bordo del modulo CST-100 prodotto da Boeing c’erano solo 279 chili di materiali e un manichino tester. Il ritorno della capsula è previsto in queste ore, quando invece sarebbe dovuta rientrare solo sabato 28 dicembre alla base aerea di White Sands in New Mexico.
Quello che si preannunciava un successo allunga invece delle ombre sul contratto stipulato dalla NASA da 8 miliardi di dollari con Boeing e Space X: un totale di sei decolli a testa entro il 2024. Ormai la conquista spaziale non è più affare di Stato e quando ci sono dei lanci si stima già quanto può costare un singolo astronauta a bordo. Ad esempio, su Starliner è di 90 milioni di dollari, contro i 55 milioni di Space X e gli 80 milioni della russa Roscosmos. La capsula Starliner misura fino a 4,56 metri di diametro e può ospitare fino a sette astronauti.