Il noto servizio che si batte a difesa dei consumatori finali, AGCOM, ha multato molti dei principali operatori telefonici per via della truffa delle ricariche “speciali” che hanno attuato nei confronti dei clienti. Dopo le prime segnalazioni effettuate dal Codacons e da Altroconsumo, arriva anche una prima diffida formale nei confronti dei provider da parte dell’Autorità Garante delle Comunicazioni.
Le compagnie che sono state multate sono le principali presenti sul suolo italiano; stiamo parlando di Tim, Vodafone e Wind 3, le quali hanno effettuato una pratica scorretta verso i propri utenti. In un clima di lotta perenne alla trasparenza lanciata dal gestore virtuale Iliad oltre un anno e mezzo fa, non ci si aspettava una mossa di questo genere. Le ricariche cosiddette “speciali” infatti, sono del tutto l’opposto di ciò che in questi mesi hanno professato i provider. Ma in cosa consistevano?
Gli operatori telefonici Wind 3, Tim e Vodafone denunciati dall’AGCOM
Quali sono le ricariche speciali che hanno fatto scattare la denuncia? In primis troviamo “Ricarica+” di Tim, ovvero una ricarica che dal taglio di 10 Euro ne accredita soltanto 9 in cambio di una partecipazione ad un fantomatico concorso. Guai anche per “Giga Ricarica” di Vodafone, che a fronte di una ricarica di 10 Euro, anche qui, l’utente troverà sulla propria scheda soltanto 3GB di credito in più. Infine la “Ricarica Special” di Wind, che vedeva sui tagli da 5 o 10 Euro, un Euro di commissioni decurtato in cambio dell’utilizzo senza limiti e smodato di minuti e rete dati.
Inoltre, queste ricariche speciali non sono state proposte ma son state obbligate nei confronti dell’utente finale. Nel suo verbale, l’AGCOM scrive infatti che i provider sono colpevoli di “generato confusione circa il reale prezzo minutario corrisposto dagli utenti per la fruizione dei servizi di telecomunicazione mobile e di determinare un differente trattamento economico con effetti regressivi sulle fasce più deboli”.
La soluzione proposta in seguito alla diffida vede due scelte perle compagnie. La prima è quella di attendere 60 giorni di tempo prima di ricorrere al TAR del Lazio. La seconda invece, è quella di tornare al classico taglio di ricarica per i clienti. Come andrà a finire la vicenda in questo 2020? Si potrà avere finalmente la tanto agognata “trasparenza”?