Secondo un’inchiesta del New York Times, l’applicazione di messaggistica ToTok è in realtà un servizio che spia gli utenti per conto del governo degli Emirati Arabi Uniti al fine di controllare il contenuto di “ogni conversazione, movimento, relazione, appuntamento, suono e immagine“.
L’app purtroppo ha guadagnato milioni di download e purtroppo sarà difficile che in tempi brevi gli utenti la possano disinstallare. Il bello è che soprattutto negli Emirati che sta spopolando, grazie alla sponsorizzazione del governo che, d’altro canto mette diversi paletti all’uso di app come WhatsApp e Signal. Presentata come “il servizio a lungo atteso” dai cittadini degli Emirati Arabi Uniti, il passaggio a ToTok viene addirittura sponsorizzato su altre app con tanto di messaggio link per installare il servizio.
Per ora ToTok è stata rimossa dagli store negozi digitali Google e Apple, ma si trova ancora su quelli di Samsung, Huawei, Xiaomi e Oppo. Ma se pensate che il codice sorgente nasconda delle backdoor sofisticate, sappiate che l’app fa tutto quello che deve fare alla luce del sole. Traccia costantemente la posizione degli utenti con la scusa di offrire previsioni del tempo accurate, scarica la rubrica con il pretesto di aiutare a trovare i propri amici, accede alla fotocamera e al microfono.
Nei termini termini di servizio si legge che tali operazioni “potrebbero essere condivise con compagnie affiliate“. Ma se è scandalosamente un’app spia, il risvolto della medaglia è che almeno dice apertamente dove vanno a finire i dati. Pensate a TikTok, l’app cinese sottoposta a class action negli Stati Uniti per i potenziali legami con il governo cinese. E non vi citiamo nemmeno Whatsapp e Facebook che, come sapete, cadono spesso al centro di scandali che violano la privacy degli utenti.
Per quel che riguarda ToTok, l’app sarebbe solo l’ultimo fiore all’occhiello del governo degli Emirati Arabi Uniti, da tempo impegnato a potenziare i propri strumenti di cybersorveglianza a danno di politici e gente comune. La stessa Al Jazeera ricorda che lo scorso anno il governo emiratense avrebbe chiesto aiuto all’azienda israeliana NSO di compromettere gli smartphone di alcuni rivali politici, compresa la cerchia di Jamal Khashoggi, il giornalista ucciso nell’ottobre del 2018.
Per chiudere, ToTok in un comunicato ufficiale spiega la rimozione dai negozi digitali di Apple e Google come un semplice “problema tecnico“.