Il tabaccaio nega la ricarica del telefono. Il credito è pari a 0 euro. La SIM sembra non rispondere. Molte persone si trovano nel panico più assoluto di fronte al peggiore problema di questo 2019. Solo il gestore ha la spiegazione a questo dilemma che blocca le offerte attive con rinnovo mensile. Ne risentono soprattutto i clienti con scheda ricaricabile. Ecco che cosa sta succedendo con la truffa telefonica segnalata da migliaia di utenti.
SIM bloccata: le offerte non si rinnovano per la truffa del credito telefonico
Come ormai noto i clienti che non hanno credito sufficiente per rinnovare la promo vengono bloccati. Chiamate, messaggi ed Internet 4G non funzionano. Può succedere se non si ricarica il numero in tempo oppure a causa di una truffa di recente scoperta. In particolare fa sì che il credito appaia sempre pari a zero oppure addirittura negativo. Come può succedere una cosa del genere se siamo certi di aver scelto l’ultima promozione tutto incluso a costo fisso?
La risposta alla domanda precedente si traduce in un costo aggiuntivo indotto da qualche componente indesiderata legata al numero di telefono. Si scopre che è esattamente così nel momento in cui si contatta il gestore telefonico al Servizio Clienti. Una piattaforma comune a TIM, Vodafone, Wind, 3 Italia e Fastweb sta prelevando soldi senza il nostro consenso. O meglio, lo abbiamo dato ma senza rendercene conto.
Il sistema usato da tutti si chiama Mobile Pay ed ha come risultato l’erosione del credito per servizi come oroscopo, suonerie, immagini, meteo ed altro ancora. Senza rendercene conto stiamo pagando per qualcosa che potremmo ottenere gratis tramite una semplice ricerca Google sul web. Come fare per uscirne?
Basta contattare i numeri gratuiti del proprio operatore o sfruttare le utility inserite all’interno delle app ufficiali per dispositivi mobili alla sezione Servizi ed Abbonamenti. Alla richiesta di disattivazione permanente potremmo essere accolti da un riaccredito per i fondi elargiti in luogo di una richiesta completata entro e non oltre le 24 ore successive all’ultimo prelievo.