Due incidenti mortali, a distanza di pochi mesi, hanno decretato lo stop all’utilizzo del modello Boeing 737 Max sviluppato dalla casa di produzione statunitense.
Una volta appurato che la causa degli incidenti era da individuarsi in un problema intrinseco dei velivoli in questione, l’autorità federale per la sicurezza in volo ha disposto il fermo per questo modello, in attesa di rilasciare una nuova certificazione che possa approvarne il ritorno sul mercato.
Questa certificazione ufficiale, d’altra parte, sembra tardare ad arrivare. Ne consegue che non si possano mettere in commercio i velivoli sinora prodotti: benché la vendita sia stata bloccata, infatti, lo stesso non è avvenuto per la produzione, che ha continuato a rimpolpare i magazzini dell’azienda.
Vedendo che questo documento non risulta ancora pronto, dunque, Boeing ha deciso di interrompere la produzione di nuovi velivoli, in modo da smaltire gli oltre 400 aerei sinora costruiti e non ancora vendibili.
Boeing 737 Max: il CEO dice addio all’azienda
In questi ultimi giorni, inoltre, il CEO Dennis Muilenburg ha detto addio alla conduzione dell’azienda. Lascia infatti anche il posto di presidente, cedendolo al neo eletto David Calhoun.
La scelta è apparsa quasi obbligata per le circostanze attuali. Per restituire credibilità all’azienda, era necessario un cambio di rotta (è il caso di dirlo), e le dimissioni di Muilenburg sono molto eloquenti in tal senso. Anche i mercati sembrano aver apprezzato questo gesto, segnando una lieve ripresa rispetto al trend consueto degli ultimi tempi.
Gli incidenti che hanno portato al fermo si sono verificati in Indonesia e in Etiopia, lasciando una ferita che si rimarginerà a stento dopo la morte di quasi 350 persone, tra civili ed equipaggio.