Lasciare uno smartphone in carica di notte non è sempre una buona idea. Una serie di fattori muta lo stato di sicurezza personale e del dispositivo stesso. Alcune implicazioni e situazioni rischiano di far degenerare un processo che in apparenza sembra scontato. LA routine è dura a morire ma si deve prendere coscienza di alcune situazioni di pericolo. Potrebbero verificarsi senza preavviso, quando ormai è troppo tardi. Ecco come arrivare preparati ad ogni rischio.
Smartphone che rischiano di esplodere: ecco quando la batteria diventa un nemico
Una batteria da smartphone non è altro che un assieme di celle collegate tra loro per mezzo di piste elettriche a semiconduttore. Nel loro insieme rappresentano propriamente la batteria. Le parti elettriche, in relazione ai poli positivo e negativo, sono separate da un materiale isolante. Una sorta di spessore di sicurezza. Col tempo, a causa dei numerosi cicli di ricarica, il dielettrico si deteriora con il rischio di contatto tra anodo e catodo. Una scintilla di troppo ed è subito incendio.
Generalmente, secondo i dati statistici, una batteria è in grado di ottemperare la richiesta di una ricarica sicura per un massimo teorico di 500 cicli di ricarica completi. In definitiva possiamo aspettarci una vita media di 2 anni, dopo i quali bisogna prestare maggiore attenzione. Non è solo questione di autonomia ma anche di sicurezza, proprio per i motivi sopra ascritti.
In queste condizioni è sempre bene provvedere a ricariche di giorno ed a cicli che non prevedano scariche e cariche totali da 0 a 100%. Gli esperti consigliano di ricaricare il telefono all’interno di soglie ideali del 20 – 80%. In questo modo otterremo non solo una vita media maggiore ma anche un dispositivo più sicuro.
In mancanza di queste accortezze ed in presenza di stress termini esterni come caloriferi, luce solare e task attivi particolarmente impegnativi la situazione può degenerare a nostro sfavore. Tenete sempre bene a mente questi preziosi consigli.