La macchina fiscale lavora incessantemente, tentando di stanare una delle più gravi piaghe socio-economiche che affligge il nostro Bel Paese: l’evasione fiscale.
Stando ad una recente stima, sono oltre 100 miliardi di euro che ogni anno lo Stato perde in termini di introiti, una somma stratosferica che corrisponde al 12% del PIL.
Fino a questo momento, il controllo sui contribuenti era demandato allo strumento denominato Redditometro. D’altra parte, quest’algoritmo è stato ormai dismesso per via della sua incompatibilità con il Decreto Dignità, approvato proprio un anno fa. Inoltre, il Redditometro è risultato anche inadeguato a valutare la situazione contributiva dei cittadini.
Ma l’Agenzia delle Entrate ha già pronta l’alternativa: si chiama Evasometro, e prenderà servizio in questi mesi.
Il nuovo algoritmo introdotto dal Fisco
in realtà non costituisce una novità in senso assoluto. La sua approvazione, infatti, risale al Governo Monti, per poi essere progettato integralmente e avviato all’utilizzo.L’Evasometro, all’epoca conosciuto come Risparmiometro, andrà a valutare la congruenza tra i redditi dichiarati dal contribuente e il saldo sui conti correnti a lui intestati. Ma non solo: si prenderà in considerazione qualsiasi forma di deposito di denaro. Qualora si riscontrasse una discrepanza superiore al 20% tra i due valori, scatterebbero i controlli più approfonditi, di cui dovrebbe rispondere lo stesso intestatario.
I controlli partiranno dall’anno di imposta 2014, a cominciare dai conti correnti degli istituti bancari più importanti del nostro Paese. Si inizierà dunque da UniCredit, Intesa Sanpaolo e BNL per poi passare a Banca Popolare e tutte le restanti.