L’asteroide Bennu è stato scoperto nel 1999 e secondo le stime della Nasa avrebbe più di 4,5 miliardi di anni, più o meno l’età del nostro sistema solare. Essendo un oggetto che ruota attorno al Sole con una certa ciclicità, dal punto di vista della Terra fu solo nel 2010 che un team di ricercatori dell’università di Valladolid ne aveva identificato la minaccia.
Da allora il corpo celeste è stato attentamente monitorato dagli astronomi di tutto il mondo ed è attualmente inserito nel programma Sentry della Nasa per l’analisi degli oggetti a rischio di impatto con la Terra. Bennu è il secondo più alto sulla scala di rischio di impatto, e si stima che possa colpire la Terra entro il 22° secolo.
Il meteorite ha un diametro di 490 metri circa e complessivamente, come da foto, è grande come l’Empire State Building di New York. Il suo peso si aggira intorno alle 60 milioni di tonnellate e orbita attorno al Sole ogni 14 mesi. Durante le sue rivoluzioni, Bennu si avvicina al nostro pianeta ogni 6 anni
e se dovesse avvicinarsi troppo potrebbe cambiare traiettoria e colpirci a una velocità orbitale media di circa 100.000 km/h.Nel 2010 la probabilità che l’asteroide colpisca la Terra nell’ultimo quarto del 22° secolo furono stabilite in 1 su 1.000: un numero che in termini astronomici è veramente alto. Tuttavia, la Nasa ha aggiornato queste stime sostenendo che la probabilità di impatto di 101955 Bennu nel 22° secolo restano dello 0,000094%, quindi più alte.
Per questo motivo la Nasa ha inviato il veicolo spaziale OSIRIS-REx per studiare il meteorite già nel 2016, così da capirne le dinamiche più da vicino e raccogliere dati che verranno analizzati al ritorno sulla Terra nel 2023.