I più importanti gestori italiani sono noti per non essere mai stati completamente trasparenti con i propri clienti. Spesso infatti gli utenti hanno lamentato clausole contrattuali non espressamente esplicitate al momento della stipula di un contratto per aderire ad un’offerta o promozione.
Per questo motivo, i clienti sono andati incontro a costi nascosti e a pagamenti ulteriori rispetto a quanto inizialmente preventivato. Talvolta, la situazione è stata creata in termini fraudolenti: si pensi ad esempio alla tariffazione a 28 giorni, in cui i clienti erano costretti a pagare anche per il quinto rinnovo mensile, nonostante il bundle si intendesse pagato al mese (e non su quattro settimane).
In aggiunta, esistono una serie di servizi – i cosiddetti VAS – che, una volta attivati, vanno a scalare pesantemente il credito residuo dei clienti. Questo, il più delle volte, avviene in maniera totalmente involontaria.
Per VAS si intende tutto un insieme eterogeneo di Servizi a Valore Aggiunto, ossia prestazioni a pagamento che non rientrano nelle normali disposizioni contrattuali ma che possono essere aggiunti al piano a discrezione del cliente, per completare l’offerta. Si tratta ad esempio di giochi, suonerie o l’immancabile oroscopo: sono servizi forniti da terzi agli operatori telefonici per integrare alcune funzionalità.
Il problema è che, nella maggior parte dei casi, questi servizi vengono attivati dagli utenti dopo aver cliccato erroneamente su un banner o su un reindirizzamento. Immediatamente, quindi, viene loro scalato il corrispettivo dal credito residuo.
Come premunirsi? Dopo anni di battaglie, in particolare portate avanti dall’AGCOM, i clienti si sono visti riconoscere il diritto di recesso con rimborso totale entro 24 ore dall’attivazione. Inoltre, è ora possibile richiedere al proprio operatore di disabilitare l’attivazione di tali servizi, in maniera tale da non incorrere mai più in questa eventualità.