Si preannuncia un anno complesso per la società americana di produzione di velivoli. Nell’ultimo anno l’azienda ha dovuto affrontare le conseguenze di due incidenti mortali, verificatisi rispettivamente in Indonesia, presso Giacarta, nell’ottobre 2018 e in Etiopia nell’aprile dello scorso anno.
Le problematiche nella gestione dell’emergenza hanno portato alla morte di circa 350 persone tra equipaggio e passeggeri: da quel momento, è stata aperta un’inchiesta per indagare le cause dei due disastri, entrambi avvenuti a bordo di Boeing 737 Max, e soprattutto è stato interdetto il volo per questo modello aereo.
Il divieto di circolazione permarrà sino a che non sarà prodotta dalle Autorità Federali una certificazione che attesti la sicurezza dei restanti velivoli e l’effettiva risoluzione della vulnerabilità che ha causato i due incidenti. Al momento, però, questa certificazione tarda ad arrivare: per questo motivo Boeing ha deciso di interrompere la produzione dei modelli 737 Max.
Boeing, dopo gli incidenti catastrofici, il CEO si dimette
Durante tutti questi mesi, infatti, la produzione dei Boeing 737 Max è proseguita senza sosta. Dinanzi però all’impossibilità di vendere i propri mezzi, dal momento che si attende la certificazione per la ripresa del volo, Boeing ha scelto di bloccare la fabbricazione del 737 Max. L’intento è quello di smaltire gli oltre 400 velivoli assemblati in questo periodo, e attualmente fermi in magazzino, prima di produrne di nuovi.
Contestualmente, anche il CEO Dennis Muilenburg ha deciso di abbandonare il proprio ruolo, cedendolo insieme al titolo di presidente al neoeletto David Calhoun. Alla stampa ha affermato di rendersi conto della necessità di mandare un forte segnale di discontinuità rispetto al passato, da parte della società, così da ripristinare la fiducia degli investitori, degli acquirenti e dei passeggeri sulla serietà dell’azienda e sulla sicurezza dei propri velivoli.