Le reti di quinta generazione (5G) devono ancora conoscere un pieno sviluppo eppure il progresso tecnologico è inarrestabile e, a tal punto, tutti dovremmo averlo capito; a conferma di questo fenomeno, ad oggi nel 2020, già è possibile parlare di reti di sesta generazione le quali hanno visto una loro prima vita grazie ad un team di sviluppatori del Nord Europa. Operante ad Helsinki, nell’università di Oulu, l’assemblea di sviluppatori parla già animamente del 6G rilasciano persino dichiarazioni che a sol pensiero fanno emozionare gli utenti più appassionati. Solo qualche mese fa, per esempio, alla Repubblica Mika Rantakokko, sviluppatore capo del progetto, rivelava che: “Non sappiamo ancora cosa permetteranno con esattezza, ma è altamente probabile che la latenza sarà pari a zero e questo vorrà dire avere tutta la potenza di calcolo del cloud e i suoi immensi archivi letteralmente in tasca. Immagini cosa significa poter accedere non ad un solo servizio gestito da un’intelligenza artificiale ma avere la più potente delle Ai che monitora secondo dopo secondo quel che facciamo consigliandoci e guidandoci”.
Il 6G si fonderà con la realtà sotto un nuovo punto di vista mai sperimentato prima d’ora
Il futuro del 6G si presenta già prospero nonostante questo potrebbe approdare solo nel prossimo decennio. Analizzando ulteriori rivelazioni concesse dal team che lo sta sviluppando, oggi possiamo immaginare come questo nuovo standard sarà e soprattutto come esso riuscirà a plasmarsi e fondersi alla realtà nella sua quasi totalità. Caratterizzato da una serie di interfacce che figureranno come ologrammi, il 6G apporterà alla vita comunque un nuovo lusso: quello di fare a meno dello smartphone per utilizzare delle cosiddette ombre digitali che seguiranno gli utenti raccogliendo le loro informazioni e fornendo tutti gli strumenti più necessari al momento più opportuno.