Una nuova truffa è in atto in questo inizio 2020 riproponendosi allo stesso modo dello scorso anno. Il risultato è che il credito risulta azzerato per mano dei soliti operatori TIM, Wind, Tre e Vodafone. Il costo delle promo scelte dagli utenti non è cambiato ma c’è qualcosa che sta prosciugando i soldi in sottofondo. Ecco come scoprire di cosa si tratta, come eliminare il problema e soprattutto come riavere indietro i soldi.
Le SIM azzerano il credito: il caso degli abbonamenti ai servizi non richiesti
I casi di credito sparito sono in aumento a causa di clausole contrattuali non espressamente citate all’atto della stipula dell’accordo bilaterale tra operatore ed utente. Nel momento in cui si aderisce all’offerta le “scritte in piccolo” riportano la possibilità di ottenere abbonamenti a pagamento per eventuali servizi cui si accede inconsciamente.
La piattaforma comune identificata con il nome di MobilePay include il pagamento settimanale di opzioni aggiuntive alle offerte come suonerie, oroscopo, meteo ed altro ancora. Un semplice banner pubblicitario può attivare le componenti ausiliarie delle promo facendo lievitare di molto il costo delle tariffe e delle promozioni.
Ne consegue che parecchi utenti si ritrovano a dover pagare fino a 10 euro a settimana oltre il normale costo della promozione scelta sia in fase di richiesta per nuovo numero che di portabilità. Come già detto, non accade per tutti i gestori ma solo per quelli sopra menzionati.
Si può fare qualcosa chiamando il Servizio Clienti o usando l’app ufficiale del proprio operatore. In particolare dobbiamo specificare la disdetta di servizio richiedendo la cessazione del rapporto di abbonamento peri VAS, altrimenti conosciuti come “servizi a valore aggiunto”.
Il nostro operatore non può rigettare la richiesta ma può negare il rimborso di quanto speso per domanda pervenuta oltre le 24 ore dalla scoperta dell’ultimo prelievo del credito Lo ha stabilito direttamente AGCOM con apposita delibera di tutela a favore del consumatore. Sicuramente una scorrettezza che si somma alla storica tariffazione a 28 giorni di cui si è tornati a parlare in questi giorni.