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Batterie: scopriamo quelle infinite da scorie radioattive e grafene

Presto o tardi abbandoneremo il Litio come fonte di energia per le nostre batterie, sia che parliamo di automobili elettriche che di smartphone. In varie parti del mondo si stanno infatti sperimentando accumulatori alimentati a grafene, un materiale che sappiamo rivoluzionario, e addirittura ci sono scienziati che stanno costruendo batterie da scorie nucleari radioattive.

Parlando di grafene, in Florida è stato costruito un prototipo in grado di mantenere un’integrità al 100% anche dopo esser stato sottoposto a più di 30 mila cicli, con una durata media di una settimana. Anche i tempi di ricarica sono eccezionali, perché sarebbero ridotti a pochi secondi.

La potente memoria di una batteria al grafene è tuttavia gestita attraverso dimensioni ridotte, tanto da garantire anche maggior spazio interno al telefono. Tuttavia la beffa di questo materiale è il costo, che attualmente risulta quasi 50 volte in più di una comune batteria al litio.

 

Batterie: scopriamo quelle infinite da scorie radioattive e grafene

Parlando di batterie da scorie radioattive, ebbene un geochimico dell’Università di Bristol ha trovato un nuovo modo di creare dei diamanti artificiali in laboratorio

usando gas radioattivi. Questi prodotti sarebbero perfetti per ospitare scorie nucleari in grado di alimentare delle batterie per 5.000 anni.

Il dottor Tom Scott e il suo team hanno sviluppato una trasformazione di gas radioattivi in diamanti in grado poi di convertire la radiazione in energia elettrica per delle batterie nucleari. Secondo il geochimico inglese si potrebbe cogliere due occasioni: eliminare attraverso il riciclo scorie nucleari sepolte e superare la tecnologia a ioni di Litio delle batterie attuali.

Il primo prototipo usa l’isotopo radioattivo nickel-63, il cui tempo di dimezzamento è di circa 100 anni, ma l’ambizione è riciclare le decine di migliaia di tonnellate di Carbonio-14 delle centrali nucleari del Regno Unito. Un materiale che se sfruttato a dovere può restituire una batteria con una carica di 5.000 anni, corrispondente a una emivita del Carbonio-14.

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Pubblicato da
Flavio Mezzanotte