Il prezzo del carburante pare si sia mantenuto piuttosto stabile nel periodo festivo che ci ha portato a questo inizio di 2020. Nonostante la stasi tariffaria in corso ci sono da aspettarsi però degli aumenti sia per quanto riguarda la benzina che per Diesel e GPL presso la rete di distribuzione italiana.
Le stazioni di servizio prevederanno un sensibile ritocco ai listini sulla base delle nuove quotazioni aggiornate indicate dallo studio condotto dal Quotidiano Energia. Scopriamo insieme la situazione dei combustibili in chiave costi.
Prezzi del carburante in ascesa: italiani preoccupati dai nuovi aumenti
Passate festività e ponti si torna alla routine delle in città e delle autostrade dove le colonnine che forniscono carburante espongono i prezzi dei combustibili. Per ora non c’è nessun aumento ma ben presto la situazione cambierà.
La benzina viene venduta mediamente a 1,728 euro mentre il Diesel a 1,624 euro. Il GPL, invece, da 0,608 a 0,602 euro per la modalità servito. Il valore medio per benzina e diesel è rispettivamente di 1,593 euro al litro e 1,487 euro al litro secondo gli ultimi dati forniti dall’Osservaprezzi Carburanti del Mise.
Figisc Confcommercio interviene tramite un commento a margine della sua relazione settimanale. In merito si può leggere:
“A meno di drastiche variazioni in più o in meno delle quotazioni internazionali alla chiusura dei mercati di oggi o del tasso di cambio euro/dollaro, vi sono ad oggi plausibili presupposti per una aspettativa di prezzi tendenzialmente in aumento per i prossimi 4 giorni con scostamenti – almeno in questa prima fase iniziale – entro 0,5 cent/litro in più. Le previsioni non possono andare oltre il termine ravvicinato di 4 giorni in considerazione delle variabili di mercato”.
Massimiliano Donal, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, spiega:
“No a speculazioni sul rientro degli italiani o a rialzi dei carburanti legati al raid Usa a Baghdad. Non c’è alcun motivo per il balzo del petrolio già registrato in alcune Borse. Per ora, infatti, non c’è stato alcun annuncio da parte degli iraniani sul lato dell’offerta di petrolio. È prematuro anche parlare di venti di guerra o di escalation militari o, comunque, operare ed intervenire sui mercati come se la guerra fosse già alle porte”.