Sin dall’acquisizione da parte di Google di Waze, l’applicazione gratuita per la navigazione nata da una startup israeliana, è apparso chiaro che l’obiettivo della nuova app sarebbe dovuto essere necessariamente diverso rispetto alla già arcinota piattaforma di Mountain View.
Oggi più che mai queste differenti direzioni sono ravvisabili nelle funzionalità introdotte man mano da ciascun navigatore. Google Maps si aprendo sempre più verso una direzione che riprenda in qualche modo il format di TripAdvisor, con recensioni, consigli per l’utenza, un maggior numero di luoghi inclusi e ricercabili e l’immancabile Street View che consente di visualizzare i luoghi come se ci si trovasse in strada.
Waze sta invece implementando tutte quelle caratteristiche proprie di Google Maps delle origini, ampliandone l’offerta con funzionalità sempre nuove ma più specificamente votate alla navigazione stradale.
Più che rivolgersi esclusivamente agli automobilisti, Waze si pone l’obiettivo di diventare la piattaforma di riferimento per ottimizzare qualsiasi spostamento. In tal senso, il fondatore di Waze si è espresso affermando che il futuro della mobilità starà nello sharing e nella condivisione dei mezzi e delle tratte, con la divisione delle spese.
“Occupiamo troppo spazio” e “ci muoviamo in maniera inefficiente”: anche per questo motivo Waze ha ottenuto così tanto successo. Riuscire a schivare gli ingorghi percorrendo strade meno battute ma al tempo stesso efficaci è la principale mission dell’app, utilizzata ormai da oltre 250 milioni di clienti.
Senza dubbio c’è ancora molta strada da percorrere affinché questo concetto prenda piede, e la stessa piattaforma si sta muovendo in questa direzione. Nei prossimi update ulteriori novità chiarificheranno la strada intrapresa dal navigatore quanto a purposes del servizio.