The Runit Dome, questo è il nome di un deposito di scorie nucleari, sito nel pacifico, costruito dagli USA e ora sottoposto a indagine da parte Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti per capirne lo stato di usura, aggravato dal cambiamento climatico in atto nel nostro secolo.
La richiesta di indagine del Congresso fa parte del National Defense Authorization Act, siglato la scorsa settimana dal presidente degli USA Donald Trump.
Un sarcofago che potrebbe crollare
Questa tomba radioattiva si compone di un sarcofago a cupola in cemento dello spessore di 45cm e un diametro di 115 metri, è situa a Runit Island, nell’Atollo Enewetak, sulle Isole Marshall, Oceano Pacifico.
Una recente analisi del Los Angeles Times ha rivelato che questo imponente mostro di cemento vecchio di 14 anni sta per aprirsi e crollare sotto l’effetto dell’innalzamento del livello del mare ed altri danni dovuti al cambiamento climatico attualmente in corso sul nostro pianeta.
Le autorità statunitensi sono state così incaricate di elaborare un verbale di valutazione dei rischi, che invieranno a metà giugno agli stati maggiori, sullo stato del sarcofago e sugli effetti che esso ha sull’ambiente circostante, con integrato all’interno un piano di risanamento e ripristino atto ad azzerare gli effetti nocivi sulla fauna e sulla popolazione della zona.
Una manovra di vitale importanza, dal momento che il deposito al suo interno contiene l’equivalente di 35 vasche olimpioniche di detriti e scorie radioattive, soprattutto Plutonio prodotto in quantità esagerate dall’America nei test nucleari durante la guerra fredda, il quale, se venisse rilasciato nell’ambiente, avrebbe un effetto a dir poco devastante.