Jeff Bezos, uno degli uomini più ricchi del mondo e allo stesso tempo proprietario del colosso dell’e-commerce Amazon, è stato accusato pesantemente in India, di essere un “terrorista economico”.
Più precisamente, durante una sua visita in India, è stato accolto male dal Paese e, poche ore prima del suo arrivo, anche l’Antitrust ha avviato un’indagine formale sull’attività del colosso di Seattle.
Jeff Bezos di Amazon accolto male in India
Il fondatore del colosso è stato accolto molto male, perché considerato il responsabile della chiusura dei piccoli esercizi, ovunque nel mondo per l’insostenibile concorrenza con l’infallibile macchina chiamata Amazon. Quest’ultima è stata infatti capace di recapitare qualsiasi cosa in qualunque posto in pochissimo tempo e soprattutto a costi contenuti.
Bezos è arrivato a Nuova Delhi per il Summit Smbhav, una sorta di riunione organizzata dalla divisione della piattaforma in India, che raggruppa piccole e medie imprese. Durante la riunione il CEO ha annunciato un investimento da un miliardo di dollari per aiutare queste aziende locali nel passaggio verso il commercio online. Si è anche impegnato ad esportare prodotti made in India del valore di 10 miliardi di dollari entro i prossimi 5 anni.
Questi buoni propositi però non sono bastati, Bezos non ha convinto né l’autorità, che regola il mercato, né tanto meno i piccoli negozi esclusi da Amazon. Poche ore dopo il suo arrivo, la Confederation of All India Traders ha annunciato che gli affiliati in tutto il paese erano pronti con dei sit in di protesta in 300 città. Praveen Khandelwal ha definito la piattaforma “un terrorista economico, che con i suoi prezzi rapaci ha impoverito pure il governo dei ricavi sulle tasse e ha spinto alla chiusura migliaia di piccoli commercianti“.