La piattaforma di e-commerce Amazon è stata recentemente accusata, in Francia, di distruggere tutti i prodotti che non vende. In Gran Bretagna invece l’accusa è stata rivolta ad imballaggi poco eco-sostenibili.
Non poteva mancare l’Italia, dove è stata accusata di “uccidere” tutte le librerie fisiche, come la libreria Paravia di Torino. Scopriamo insieme cosa è successo.
Nell’ultimo periodo è scoppiata una vera e propria guerra tra le librerie fisiche e la piattaforma Amazon, con un botto e risposta tra l’ex ministro Carlo Calenda e il notista politico Francesco Damato. Qualche tempo fa si è trovata anche nel mirino del partito 5 Stelle, Luigi Di Maio infatti con il proprio partito, voleva imporre la chiusura commerciale ai negozi fisici la domenica, con dei limiti “speciali” per i negozi online.
L’ultima bufera si è scaturita con la possibile chiusura della storica libreria Paravia di Torino. Quest’ultima ha aperto nel lontano 1802, e purtroppo non arriverà a concludere il decennio appena iniziato. Una delle proprietarie, Sonia Calarco
, ad un’intervista a Repubblica ha dichiarato: “Il problema non è il commercio online, che c’è sempre stato, ma Amazon che prima ha attirato i clienti solo con sconti esagerati, poiché in Italia manca una legge che tuteli i librai, e poi li ha abituati ad avere i prodotti a casa in tempi rapidissimi e con un assortimento incredibile“.Le polemiche sono scaturite dopo il post dell’ex ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda su Twitter: “Bisogna riconsiderare i parametri che definiscono la concentrazione (off/on line), verificare l’eventuale abuso di posizione dominante e fargli pagare le tasse. Si chiama tutela della concorrenza“. Ovviamente ognuno avrà la propria idea sulla vicenda, anche sei i dati parlano chiaro. Il mercato del libro ha infatti chiuso il 2018 con un fatturato di 3.170 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto all’anno precedente.