All’arrivo della primavera il Fisco si doterà di un algoritmo di ultima generazione per dare un giro di vite all’evasione fiscale italiana, e lo farà passando alla lente d’ingrandimento i conti correnti dei possibili furbetti con un nuovo approccio.
L’algoritmo andrà a caccia delle giacenze medie sui conti correnti, analizzando la corrispondenza tra bonifici in entrata e uscita, i versamenti da sportello o qualunque operazione sospetta transitata sul conto. Quando l’algoritmo troverà delle differenze non spiegabili rispetto alla nostra dichiarazione dei redditi lancerà un alert al Fisco per eseguire ulteriori controlli.
Dunque controlli a tappeto, ma solo alla ricerca della distrazione di denaro in operazioni illecite, correlando i dati dell’archivio dei rapporti finanziari con quelli dell’anagrafe tributaria e le informazioni immagazzinate in tutte le altre banche dati a cui il correntista ha accesso.
Ovviamente l’algoritmo non agirà senza restrizioni, poiché il diritto alla privacy sarà sempre in qualche modo rispettato. A questo proposito è allo studio un sistema di crittografia dei dati dell’utente controllato, così che l’Agenzia delle Entrate non ne permetta l’identificazione istantanea al momento dell’analisi del conto corrente.
Tuttavia sembra che il Garante della Privacy non sia totalmente in linea con questa proposta del Fisco, tanto che ha chiesto un supplemento d’informazione all’Agenzia delle Entrate perché questa stili una lista dei diritti dei contribuenti che verranno impattati dal controllo del super algoritmo.
Si ricorda che, sebbene lo strumento di verifica citato sia attivo solo da fine marzo, chiunque chieda un calcolo ISEE da questo gennaio 2020 rientrerà già nel controllo fiscale che si accerterà che quanto dichiarato corrisponda alla situazione di fatto.