Avere lo smartphone sempre pronto e scattante è ormai un’esigenza imprescindibile nella nostra quotidianità. Che serva per restare in contatto con i familiari, scoprire la strada più veloce e meno trafficata per raggiungere un posto o per scoprire quali ristoranti sono aperti in pausa pranzo, far sì che sia carico durante la giornata e possa durare fino a sera rappresenta una necessità conclamata.
Per far fronte a questa esigenza, si è dunque diffusa l’abitudine di ricaricare lo smartphone durante la notte. Mettendolo, ad esempio, sul comodino o perfino sotto il cuscino.
Ma quali problemi potrebbero insorgere per la batteria, lasciando lo smartphone in carica per tutte quelle ore ogni giorno?
È una questione ancora molto dibattuta, ma si può riuscire a vederci chiaro.
Anzitutto, rassicuratevi: non c’è alcun rischio che esploda all’improvviso (quantomeno nella normalità dei casi, laddove non ci siano difetti intrinseci nel prodotto).
Anche il rischio di usura
è molto più lieve di quanto non si ritenga. Per comprenderlo, serve sapere che la batteria ha un determinato numero di cicli di ricarica possibili nell’arco della sua vita. Secondo alcuni, caricare al massimo e scaricare completamente la batteria andrebbe ad esaurire più rapidamente questi cicli, piuttosto che attendere che la batteria raggiunga il 90% circa e rimuovere il telefono dalla presa di corrente.Ma sarebbe uno dei pochi motivi di usura, qualora si rivelasse corretta. A differenza di quanto non si crea, ormai gli smartphone anche di fascia medio bassa montano chip di ricarica intelligente che arrestano il flusso di corrente non appena la batteria risulta completamente carica. Quando il telefono sta per scendere al 99%, è come se si riattivasse il flusso per mantenere la batteria alla massima carica.
La questione è comunque ad oggi ancora molto dibattuta, e le informazioni a disposizione talvolta risultano non perfettamente in accordo fra loro.