E’ ben noto ormai a tutti gli utenti che, nel corso degli anni, gli operatori non abbiano adottato una politica di totale trasparenza nei confronti dei propri clienti. Questo è un atteggiamento rilevabile trasversalmente in tutti i gestori “storici” del nostro Paese, che si parli di Tim, Wind, Vodafone o Tre.
Da quando Iliad è scesa in campo, la società ha scombussolato gli equilibri del mercato, portando molti utenti stufi di queste dinamiche a richiedere la portabilità del proprio numero al nuovo operatore francese.
Ma in che modo gli operatori riescono a svuotare il credito residuo senza che i clienti ne siano consapevoli?
Anzitutto, spesso all’interno dei contratti esistono clausole e asterischi che non vengono illustrati correttamente al momento della stipula. Si pensi alla fatturazione a 28 giorni, oramai illegale, ma che ha garantito agli operatori un notevole introito aggiuntivo.
Un’altra strategia messa in campo corrisponde all’utilizzo di terze parti, che forniscono una serie di servizi individuati come VAS.
I Servizi a Valore Aggiunto (detti appunto VAS) corrispondono ad alcuni servizi offerti agli operatori da società terze, che li sviluppano e li vendono. Perché i gestori sono interessati a collaborare in questo processo? Semplicemente perché si tratta di features aggiuntive utili a completare l’offerta ai clienti
, e può trattarsi di suonerie, giochi, oroscopi e news.Naturalmente questo genere di servizi probabilmente andava molto più di moda un decennio fa, quando ancora avere suonerie interessanti o giochi sul proprio telefono risultava un miraggio. Ora che esistono gli smartphone, gli store digitali e tutte le app con cui accedere in pochi tap a qualsiasi contenuto si cerchi, questo genere di features aggiuntive risultano decisamente anacronistiche.
Di fatto, però, gli operatori cercano di guadagnare lo stesso dall’inserimento di banner dove, cliccando per sbaglio, si attivano questi VAS. Fortunatamente, dopo anni di battaglie, è stato riconosciuto ai clienti il diritto di recesso con restituzione della somma erroneamente sottratta, a patto che si chiami l’operatore entro 24 ore dalla ricezione dell’SMS di attivazione.