È stato un anno duro per Huawei il 2019, per lo meno dal punto di vista delle relazioni internazionali. Gli Stati Uniti si sono accaniti particolarmente sul colosso cinese mettendosi in mezzo a molti affari. Non si sono limitati a impedire ai loro prodotti, dagli smartphone all’apparecchiatura per le reti 5G, di entrare nel paese, ma hanno anche cercato di convincere anche governi alleati a fare lo stesso. Con alcuni di loro ci sono riusciti, con altri non proprio.
Oltre a questo divieto è arrivata anche quello diretto alle società statunitensi di commerciare con Huawei, sia sul lato software che hardware. Detto questo, non sembrano aver finito. Il Segretario di Stato per il Commercio Wilbur Ross ha rivelato da poco a Bloomberg che sono intenzionati a intensificare l’esclusione commerciale del gruppo. In parole povere vogliono gettare sul colosso cinese nuove sanzioni.
In realtà Huawei sembra già pronta a questa eventualità. Se da un lato gli Stati Uniti quest’anno hanno fatto quello che abbiamo appena descritto, al contrario in Cina si sono attrezzati per essere autonomi sotto ogni punto di vista. Prendiamo per esempio il Mate 30, è uno smartphone prodotto senza neanche una vite prodotta dal nemico commerciale.
Attualmente, le compagnie non cinesi che commerciano con gli Stati Uniti possono vendere a Huawei solo se il prodotto in questione è prodotto con proprietà intellettuale statunitense al di sotto del 25%. Se superiore non possono. Ecco, le nuove sanzioni voglio rendere tale soglia ancora più restrittiva. Si parla del 10%. Si attendono sviluppi.