In soldoni, l’algoritmo seguirà lo stesso schema attualmente in uso dall’Agenzia delle Entrate, andando però a caccia con metodi matematici avanzati delle discrepanze nelle giacenze medie sui conti correnti. L’analisi comprenderà il match della giacenza con i bonifici in entrata e uscita, i versamenti da sportello o qualunque altra operazione. Quando l’algoritmo troverà delle anomalie rispetto alla nostra dichiarazione dei redditi, lancerà un alert al Fisco per far eseguire ulteriori controlli.
Fisco e conti correnti: intelligenza artificiale scoverà gli evasori
I controlli a tappeto sfrutteranno i dati dell’archivio dei rapporti finanziari con quelli dell’anagrafe tributaria e le informazioni immagazzinate in tutte le altre banche dati a cui il correntista ha accesso. Tuttavia l’algoritmo avrà delle restrizioni nel campo di azione, poiché il diritto alla privacy deve essere rispettato.
Infatti il Garante della Privacy non è in linea con la proposta del Fisco, tanto da chiedere delucidazioni all’Agenzia delle Entrate perché questa stili una lista dei diritti dei contribuenti che verranno impattati dal controllo del super algoritmo. Allo studio c’è un sistema di crittografia dei dati dell’utente controllato che non permetta l’identificazione istantanea al momento dell’analisi del conto corrente.
Si ricorda infine che, sebbene lo strumento di verifica citato sia attivo solo ad aprile, i contribuenti che chiedono un calcolo ISEE al CAF già da questo gennaio 2020 rientreranno nel controllo fiscale, che si accerterà che quanto dichiarato corrisponda alla situazione di fatto.