Bollo Auto e Canone RAI Anche in questo 2020 siamo alle prese con canone RAI e Bollo Auto. La scadenza della tassa di possesso per gli autoveicoli – fissata per molti al 31 Gennaio 2020 – continua ad essere valida con tutti gli oneri economici richiesti per l’intestatario. Il Canone TV, d’altro canto, continua ad essere tariffato normalmente nonostante l’iniziale promessa di abolizione totale.

Il motivo che ha portato ad una valutazione negativa nei confronti dei contribuenti è stato finalmente svelato in via del tutto ufficiale. Milioni di consumatori storcono il naso ma la verità è che continueremo a pagare le odiate imposte ancora per parecchio tempo. Ecco le dichiarazioni delle fonti.

 

Bollo Auto da pagare, Canone RAI azzerato solo in questi casi: la situazione delle tasse in Italia

Mentre c’è una minima speranza di evitare il canone RAI non esiste la possibilità di bypassare il costo della tassa di possesso dei veicoli. Nel primo caso gli utenti con ISEE basso ed età superiore ai 75 anni possono fare richiesta di esonero a tempo indeterminato presentando dichiarazione spontanea con modello F24 all’Agenzia delle Entrate. Chi ha pagato il canone in bolletta può così esimersi per sempre dai costi. Diverso, invece, il caso del bollo auto.

Gli automobilisti continuano a pagare incontrando però nuove disposizioni. Nello specifico si definisce un margine decisionale più ampio per le singole Regioni. Le amministrazioni locali, di fatti, potranno decidere spontaneamente il monte tariffe in relazione ai KW erogati dai veicoli. Situazione che ben presto vedrà una chiara disparità economica tra le diverse realtà del Paese. Si potranno avere aumenti oppure diminuzioni di prezzo a seconda dei casi.

In qualsiasi frangente lo Stato si garantirà un introito economico proporzionale al fabbisogno finanziario necessario per attutire il colpo del debito pubblico. Al momento le nuove immatricolazioni garantiscono un’entrata annuale di 6 miliardi di euro. Per il canone RAI, invece, la cifra scende a 1,5 miliardi di euro confermando un bacino di ingresso totale di oltre 7 miliardi di euro cui lo Stato difficilmente rinuncerà.

Il mancato aumento dell’IVA ha causato quindi la presa in carico di nuove disposizioni, ora impartite dal nuovo piano economico basato sulla riscrittura della Legge di Bilancio 2020 che provoca il riproporsi delle imposte più odiate di sempre.

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