Da sempre tutti i software che ci vengono offerti non sono esenti da imperfezioni, queste si presentano sotto forma di piccoli bug, i quali possono provocare leggeri mal funzionamenti del software, ma anche crash dell’intero sistema che li esegue.
Di norma i bug hanno alla base un’errore del codice che compone il programma, da cui si evince che un aggiornamento dello stesso elimina il problema in modo definitivo.
Ovviamente questa è una prerogativa che spetta ai programmatori, i quali sono costantemente con gli occhi aperti ad individuare eventuali bug.
Questa operazione però non è esclusiva dei creatori dei software, infatti molti ricercatori informatici hanno costruito un vero business dietro allo scovare errori nei programmi.
Google negli ultimi 10 anni ha sostenuto un esborso importante
Proprio Google è stata una delle principali aziende a esporre importanti compensi ai ricercatori che segnalavano bug delle sue piattaforme più importanti.
Infatti secondo una stima a ritroso di 10 anni, l’azienda ha corrisposto ben 21 milioni di euro a coloro che le hanno riportato tempestivamente la presenza di un bug.
Secondo le analisi, il 2019 è stato uno degli anni più onerosi, con quasi sei milioni e mezzo, a fronte dei 3,5 milioni del 2018.
Ma andando nello specifico, Google ha corrisposto circa 800mila dollari per per le vulnerabilità all’interno di Google Play, 1 milione di dollari per quanto concerne Chrome e ben 1,9 milioni per il suo sistema operativo Android.
Parliamo indubbiamente di cifre importanti, ma che Google permette anche di devolvere in beneficenza, infatti l’azienda fornisce la possibilità di far destinare il compenso garantito a diverse organizzazioni non-profit, opzione che ha fruttato un totale di 507mila dollari devoluti.
Non c’è che dire, l’idea di dare un compenso per la scoperta di gravi bug è un’ottima mossa, dal momento che provoca un effetto domino positivo, ovvero, incentiva i programmatori a segnalarli, cosa che aumenta la sicurezza dei software e fa calare la tentazione di sfruttare le falle per hacking o altre azioni dannose.