Una ricercatrice della Facoltà di Scienze e Tecnologie di nome Valentina Morandi ha trovato un metodo matematico per snellire il traffico urbano. Nei suoi articoli scientifici ha sviluppato un sistema in maniera quasi artistica per prevenire gli ingorghi di automobili nel futuro, liberando di conseguenza le città dal caos e dallo smog.
In suo aiuto sono intervenuti due colleghi dell’Università di Brescia, Enrico Angelelli e Maria Grazia Speranza, con cui Morandi ha pubblicato un modello matematico che in pratica penalizza in misura minima tutti gli automobilisti obbligandoli ad allungare in maniera quasi impercettibile il loro abituale percorso. Un piccolo scotto del singolo che però permette un vantaggio complessivo in termini di tempo risparmiato.
Traffico: dal bug di Google Maps a come evitarlo
Morandi spiega il suo modello:“abbiamo esaminato i dati dello spostamento nel traffico urbano raccolti da veicoli dotati di GPS intelligente, come ad esempio, Google Maps, che segnalano le intenzioni di guida delle persone, e abbiamo visto che, chiedendo un minimo sacrificio ad ogni utente e proponendo un ventaglio di possibilità diverse rispetto al percorso più breve, riusciamo a ottimizzare il sistema”.
Un cambiamento negli automobilisti tuttavia impercettibile che consiste in un massimo di un minuto su un percorso di 30 minuti, rendendolo di fatto trascurabile. Il problema attualmente è che manca un coordinamento tra i diversi sistemi di guida come Google Maps, che insieme agli altri ha in comune solo l’uso del GPS.
Proprio parlando di Maps, una simpatica canaglia è riuscita a sfruttare a proprio favore il funzionamento del GPS per intasare una strada virtualmente. Per fare ciò ha caricato 99 smartphone su un carretto trainato a mano e ha iniziato a passeggiare nelle vicinanze della sede di Berlino di Google, facendo così comparire dal nulla un ingorgo di fatto inesistente sulla realtà.
L’esperimento del giovane berlinese mostra come sia possibile influenzare il traffico cittadino su Google Maps, e questo bug ha permesso di acquisire precise e importanti indicazioni che potrebbero tornare utili allo stesso Big G per rivedere i suoi algoritmi e migliorare il proprio servizio.