Nonostante il nostro pianeta abbia subito molti incidenti nucleari, Chernobyl rimane indubbiamente il più famoso. L’esplosione avvenuta all’interno del reattore 4, in quel tragico 26 aprile del 1986, ha segnato per sempre le vite di molti esseri umani di almeno un paio di generazioni. Tra i destini delle centinaia di migliaia di esseri umani che hanno subito in prima persona la tragedia, vi è quella di Nagashibay Zhusupov, originario del Kazakistan, che venne precettato dal governo sovietico e portato a Chernobyl nelle ore successive all’esplosione della centrale. Il suo compito e quelli di altri operai come lui, era quello di lavorare nella centrale semidistrutta per tentare di limitare la diffusione delle radiazioni nucleari.
Nonostante l’impegno e la dedizione con la quale Nagashibay Zhusupov si prodigò per la causa, venne dimenticato dal governo sovietico. L’unica cosa che chiese l’operaio fu un alloggio popolare per lui e la sua famiglia che non gli fu mai concesso e, nonostante tutto, continuò a lavorare in altre centrali nucleari con uno stipendio che rapportato ad oggi non avrebbe superato i 140 euro mensili. L’arrivo sugli schermi della seguitissima serie TV Chernobyl
ha riacceso in lui lontane sofferenze e stati d’animo dolorosi. “Ha visto tutte le puntate con le lacrime agli occhi”, ha dichiarato la figlia Gaukhar, “chiudendosi in un silenzio fatto di tanta tristezza”. Probabilmente Nagashibay Zhusupov avra’ rivissuto quei tragici momenti, ripensato ai peggioramenti della sua salute dovuti all’esposizione alle radiazioni di quei giorni, all’umiliazione nel vedersi cancellare dalla lista di attesa per l’assegnazione di un alloggio popolare per lui e i suoi 5 figli. Tutto questo ha portato l’uomo ormai sessantunenne, a salire al quinto piano di un edificio di Aktobe, in Kazakistan, e a gettarsi di sotto. Quella di Nagashibay Zhusupov e’ una delle tante storie degli eroi silenziosi che tentarono, con ogni mezzo, di limitare i danni in quello che è stato il più grande incidente nucleare della storia.