Anche nel 2020 non siamo nelle condizioni di poter parlare di sicurezza 4G. In definitiva nulla è cambiato a partire dalla data del lancio ufficiale del network. C’è un problema che ci portiamo dietro con TIM, Vodafone, Wind, Tre ed addirittura Iliad, ultima arrivata nel mercato telefonico.
La situazione appena descritta fa comprendere che non si possa trattare di un bug di sicurezza legato all’azione di un singolo operatore. Tutti usano la stessa infrastruttura ed è quindi evidente che qualcosa non funziona a monte delle antenne dei singoli gestori.
Un team di esperti ha individuato il problema in quello che è l’ecosistema di filtraggio IP che non blocca le richieste esterne tramite firewall. Una backdoor pericolosa che espone potenzialmente tutti i nostri dati sensibili, ivi compresi quelli inerenti le chat WhatsApp, i post Facebook, le foto Instagram ed anche i dati bancari.
Si valuta la speranza 5G quale unica valida alternativa per avere maggiore sicurezza. Il problema 4G
resta e permarrà tale per molto tempo in vista dello standard unico del nuovo network. Difficile dire quando si potrà essere attaccati ma un hacker esperto può farlo in ogni momento sfruttando tre tipologie di controlli che garantiscono accesso completo alle info degli utenti.
ToRPEDO (Tracking via paging message distribution) consente di prendere il controllo a distanza via remoto. A rischio vi è tutto ciò che passa per le app e le funzioni interne. Tale opzione si collega direttamente a PIERCER, base di attacco per al precedente e soluzione in grado di attuare anche la registrazione audio della voce per le chiamate in entrata ed in uscita. Chiude tutto il sistema di controllo totale che agisce senza limiti per la supervisione di tutti i dati. Da questo passano posizioni GPS, messaggi, chiamate ed audio ambientale dal microfono del dispositivo. Tutta la nostra vita finisce in mano ad altri.