Nonostante i benpensanti, non è affatto peregrino che le auto elettriche ci possano esporre a tipi d’inquinamento che non dipendono dai carburanti. D’altronde, sono veicoli che funzionano a corrente e come tale generano campi magnetici e radiazioni provenienti da motori e batterie.
Per questo l‘UE ha deciso di misurare il peso specifico delle emissioni nocive delle auto elettriche attraverso lo studio condotto da un laboratorio attivato dal 2016 al JRC di Ispra, in provincia di Varese. Parliamo di oltre centocinquanta ettari di superficie, 35 km di strade interne e quasi duemila persone impiegate. In questo laboratorio risiede l’European Interoperability Centre for Electric Vehicles and Smart Grids, un hub collegato a una rete di altri team di scienziati che sperimentano i veicoli elettrici in collaborazione con i colleghi USA.
Il dott. Harald Scholz del JRC di Ispra ha dichiarato che:”la mobilità elettrica è una delle tecnologie più promettenti per de-carbonizzare il trasporto su strada. I nostri laboratori sono capaci di misurare autovetture e veicoli industriali con ogni tipo di alimentazione.”
In previsione c’è apprensione per la transizione all’elettrico di buona parte del parco auto, il quale chiederà una sempre maggiore domanda di potenza che in futuro può crearci problemi.Almeno per i prossimi dieci anni l’espansione del mercato dell’elettrico sarebbe garantita, a patto che le diverse industrie lavorino sulla longevità e la riciclabilità delle batterie. Infatti l’idea è quella di dare una seconda vita oltre l’uso automobilistico, poiché i pacchi di batterie potranno ospitare l’energia prodotta da fonti rinnovabili che non chiedono la velocità e lo spunto indispensabile ai veicoli.
Ma giungendo nuovamente al cuore sul finire del discorso, sappiamo che le auto elettriche emettono ugualmente polveri sottili sia per l’attrito degli pneumatici sull’asfalto e sia in frenata. Queste, come le radiazioni elettromagnetiche emesse, non sono ancora state valutate in maniera specifica.